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Grande Odalisca   with  Hukka" 

cm 130 x 220

Tela su telaio incassato nel muro.
N
ei gioielli in rilievo, di ispirazione mughal, sono incastonate perle di Bassora ed elementi in oro di provenienza Jain.

 

 

Precedentemente alle campagne napoleoniche del 1798-99, l'interesse europeo verso l'Oriente si era principalmente sviluppato attraverso il commercio, intermittenti contatti politici ed una piccola quantità di libri di viaggi e letteratura immaginaria concentrata soprattutto sull'impero Ottomano. L'inizio del diciannovesimo secolo vede una particolare congiunzione di eventi politici ed interessi artistici che portarono ad una rapida espansione del contatto dell'Occidente con l'Oriente. Se da una parte lo sviluppo dell'estetica pittorica era interessata alla visita e descrizione di luoghi non familiari, dall'altra l'accrescersi della curiosità scientifica e storica portarono ad accurati sopralluoghi e ad attente descrizioni di persone e luoghi non comuni. La successiva e graduale penetrazione dei sub-continenti orientali da parte di un'Europa in via di espansione aumentò la varietà di contatti con il mondo orientale. Così alcuni artisti andarono nel vicino e lontano Oriente con l'intenzione di trasmettere all'Europa, sia in pittura sia in letteratura, un mondo culturalmente remoto, ma fisicamente sempre più facilmente accessibile dando così inizio a quella corrente culturale che li accomuna sotto il nome generico di "Orientalisti". Alcuni, come Delacroix o Bonnat, visitarono l'Oriente solo una volta, altri vi ritornarono frequentemente come Géróme, altri poi divennero "addict" come Lewis che visse al Cairo per dieci anni o Fromentin che fece lunghissimi viaggi nel Sahara e nel Sahel in nord-Africa. Un caso a parte è costituito da Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) che malgrado non si sia mai spinto aldilà del sud d'Italia è riuscito con le sue particolari immagini ad influenzare profondamente le aspettative e le interpretazioni europee dell'Oriente. Sebbene capo indiscusso del "Grande Classicismo francese" e direttore dell'Accademia di Francia a Roma a Villa Medici, Ingres è soprattutto noto per i suoi nudi orientali che culminarono nel noto "Bagno Turco" dipinto all'età di ottanta anni. La prima opera volutamente orientale di Ingres e "La Grande Odalisca" dipinta a Roma nel 1814 per la sorella di Napoleone, Carolina Murat, e presentata al "Salon" del 1819 dove non raccolse che giudizi negativi. In realtà questo straordinario nudo "concettuale" ed "astratto" deriva dalle ambigue raffinatezze dei manieristi Italiani quali il Bronzino ed il Pontormo, altra fonte accertata è il ritratto di Madame Recamier di David a cui il giovane Ingres (allievo di David) pare abbia collaborato di per-sona. Uno dei preconcetti che ha profondamente influenzato la comprensione Occidentale dell'Oriente à stata la credenza che nelle regioni racchiuse sotto questo magico nome potesse essere soddisfatto il bisogno europeo per l'esperienza esotica, Esotismo significando l'esplorazione artistica di luoghi e tempi nei quali il libero volo dell'immaginazione è possibile perché situati al di fuori delle restrittive operazioni delle regole classiche. Sull'onda di tale concetto e del clima artistico degli anni '80 che si colloca La Grande Odalisca. Il clima culturale della pittura degli anni '80 ha riconsiderato con attenzione particolare tutti i linguaggi pittorici del passato, recuperando tecniche e poetiche pittoriche rese originali dalla capacità di trasmutazione dei linguaggi ripresi,mediante il continuo superamento di ogni contraddizione e luogo comune, anche quello di un'originalità tecnica ed operativa, atteggiamento questo comune anche al manierismo cinquecentesco.