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Art –no-action

Dovremmo tutti essere preoccupati da quello che avviene nel mondo, la disintegrazione, la violenza, la brutalità, le guerre e la disonestà nei luoghi alti della politica.

Credo, che come artisti, dovremmo chiederci quale sia, rispetto a questi fenomeni, un’azione corretta.

Qual è un’azione giusta, corretta?

Esiste un’azione totale, intera, non frammentata, che sia corretta ed accurata, che sia compassionevole, religiosa?

Intendendo con il termine religioso la capacità di riunire insieme tutta la nostra energia per trovare quale sia il posto del pensiero e dove le sue limitazioni ed andare oltre.

Poiché tutti i nostri condizionamenti, tutte le nostre attività, politiche, sociali, economiche, morali e religiose sono basate sul pensiero, sorge spontanea la domanda su quale sia la natura del pensiero e se questo possa essere cosciente di se stesso e del suo movimento.

Osservando possiamo vedere come il pensiero sia un movimento ed il movimento implica tempo, vale a dire il pensiero è movimento come tempo, il pensiero è memoria accumulata nel cervello come esperienza e conoscenza.

Le cose create dal pensiero nel mondo ed in noi stessi costituiscono il mondo della realtà, il mondo delle cose. Reale è ciò che esiste.

Può il pensiero risolvere i nostri problemi, essendo il pensiero la risposta della memoria e dell’esperienza?

Allo stesso tempo dall'accumulo di esperienza immagazzinata nel cervello come conoscenza viene la risposta alle istanze della vita e questa risposta è, nuovamente pensiero!

Il pensiero essendo frammentario ha creato questo mondo che è frammentario e quindi non può comprendere ciò che è intero, totale.

Comprendere ciò che è intero, totale e vero è il primo passo che un artista possa fare oggi per rendersi utile in questa società e, per farlo, bisogna che abbia chiaro in mente dove siano i limiti della realtà.

Può allora il pensiero esser consapevole di se stesso, consapevole di dove sia essenziale agire, dove esser accurato nelle sue operazioni, ed anche esser completamente limitato in ogni altra direzione?

Arte è, innanzi tutto, la capacità di porre nella vita ogni cosa al proprio posto ed è proprio dell'arte comprendere quale sia l'ambito del pensiero e delimitarlo.

Art as truth is a pathless land.

L’attività di consapevolezza attraverso cui la mente acquista la capacità di comprendere dove essere attivamente funzionante come pensiero e dove essere silenziosa, è definita in oriente con il termine “meditazione”.

E’ impossibile forzare la mente a restar ferma, perché ogni atto di volontà risveglia un'altra ondata di pensieri che perturbano la meditazione.

Il vissuto ordinario, il mondo della realtà, è limitato dallo spazio e dal tempo e dall’universo degli effetti e delle cause.

Lo stato di coscienza ordinario non può superare quei limiti che la meditazione trascende, l’eterno presente dove la coscienza dell’io si dissolve. La meditazione non si genera che quando la mente perviene ad un riposo totale, stato di veglia e non di sonno.

Un concetto totalmente opposto da quello che siamo abituati ad associare al termine meditazione in occidente.

Alla luce di quell’insieme di discipline, cui ci si riferisce sempre più con il nome di " scienze della cognizione ", il mondo si presenta come una complessa rete di relazioni che costituiscono un insieme integrato e le connessioni sono in accordo con il nostro linguaggio.

Non c'è nulla che sostenga questa rete, solo i legami della reciproca interdipendenza le danno coesione, equilibrio e stabilità e l'atto stesso di osservare modifica il sistema osservato.

In altre parole, il processo della conoscenza non è la rappresentazione di un mondo che esiste indipendentemente, ma piuttosto una continua generazione di un mondo tramite il processo dell'osservazione stessa.

Il processo della cognizione implica una rappresentazione mentale ed in tal senso le immagini simboliche possono servire da supporto all'anamnesi: quel processo per cui, secondo Platone, " l'anima alla presenza delle cose sensibili ritrova se stessa".

Nel linguaggio, più recente, della psicologia analitica le immagini simboliche sono d'aiuto nel processo di individuazione, vale a dire all'integrazione dialettica tra la coscienza e l'inconscio, fra l'individuale e l'universale.

Anche nella tradizione alchemica e nelle dottrine orientali esiste la convinzione che in ogni essere umano alberghi una potenza energetica che, se convenientemente risvegliata, porta l'individuo alla completezza che, in primo luogo, significa riconquista dell'unità della personalità divisa.

Nella società contemporanea l’artista, con costante, chiara e consapevole comprensione della natura impermanente di tutti i fenomeni, può solo assolvere il compito di costruire opere la cui intentio sia quella di portare fuori, anche per un solo istante, la mente dell’osservatore dal meccanismo del pensiero, interrompendo in tal modo la catena del continuum spazio temporale del condizionamento mentale.

Se l’artista ha la capacità di rendere silenziosa la propria mente e se una struttura d’immagini esprime un insieme di tendenze che poi si materializzeranno in manufatti, è evidente che, anche i manufatti – le opere- saranno “informati”: rispecchieranno in qualche modo l’asse immaginativo che li ha prodotti, irradieranno quell’unica energia capace di generare pace ed armonia per tutti gli esseri viventi al di la dei limiti di appartenenza, razza, status sociale, credenze religiose e militanze politiche.

Fabrizio Ruggiero

Marzo 2006

 

Fabrizio Ruggiero

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